Non appena ultimato il montaggio del fasciame si provvede a preparare lo scafo per le successive operazioni.
Uno scafo ultimato non è quasi mai completamente esente da imperfezioni ma presenta o delle leggere sconnessure tra un listello e l’altro o delle irregolarità dovute a difetti preesistenti nel legno adoperato.
Ove l’errore o l’imperfezione non possa essere eliminato con il sistema descritto nel precedente capitolo si dovrà ricorrere alla stuccatura.
Si effettua perciò una completa pulitura del fasciame con carta smeriglio di grana sempre più sottile. Quando il fasciame raggiunge uno stadio di pulitura soddisfacente si stuccano, se ve ne sono, le sconnessure o le rientranze.
Questo lavoro si fa con del comune nitromastice da carrozziere.
Il nitromastice si applica dapprima a spatola e può perciò essere spalmato sia con un pezzo di compensato sottile e sia con una spatoletta metallica.
Nell’applicazione del mastice si tenga presente che essiccandosi si ritira leggermente e non sarà perciò male applicarlo con una moderata eccedenza.
La stuccatura va fatta anche in quei punti dove la linea dello scafo, per una qualunque ragione, abbia delle rientranze più o meno accentuate.
Anche nel caso di scafo a strati sovrapposti è necessario stuccare al fine di eliminare le eventuali imperfezioni del legname adoperato.
Si attende che lo stucco sia perfettamente asciutto (il nitromastice asciuga più o meno rapidamente a seconda della quantità di solvente che è stata aggiunta) e si ripulisce con carta abrasiva. Si ripete l’operazione tante volte quante necessitano ad ottenere un lavoro perfetto.
Se il fasciame è stato applicato con molta cura o in caso di fasciatura in compensato, sarà sufficiente una sola applicazione di nirtomastice a spatola. Si può tuttavia verificare il caso che siano necessarie due, tre o più applicazioni.
Quando lo scafo è stato reso perfettamente levigato e sono state corrette tutte le piccole imperfezioni a cui si accennava dianzi, si prepara il fondo per la colorazione.
In molti casi la stuccatura è tanto abbondante da fare di per sé stessa da fondo alla colorazione.
Se ciò non fosse e apparissero ancora dei punti dove il legno fosse scoperto, si sottopone lo scafo ad una mano di nitromastice molto diluito.
Questa mano può essere data sia a spruzzo che a pennello.
Il nitromastice è generalmente messo in commercio in più colori. I due più comuni e di facile reperimento sono il grigio ed il ruggine.
Ne consegue che dovendo effettuare una colorazione, rossa, marrone o comunque di colore caldo, adopereremo il mastice di color ruggine mentre dovendo colorare in blu, verde, nero o comunque colori freddi, useremo nitromastice grigio.
Se il modello che si costruisce è navigante, dovremo a questo punto provvedere alla sua impermeabilizzazione.
Questa viene fatta applicando all’interno dello scafo una o più mani di catramina, qualche volta viene chiamata vernice nera per ferramenta, fino a formare uno strato dello spessore di quasi un millimetro in tutta la superficie interna dello scafo. All’interno non occorre andare troppo per il sottile. La cosa importante è che venga interamente ricoperto tutto il legno dalla parte interna con il suddetto strato di catramina in modo che sia all’esterno dalla stuccatura che all’interno dalla catramina, il legno sia perfettamente isolato dall’azione dell’acqua.
Della zavorratura, essendo questa molto differente da un modello all’altro, ne parleremo alle singole categorie.
Per i fortunati che posseggono uno spruzzatore, elettrico o ad aria compressa, la verniciatura a spruzzo non presenta nessuna difficoltà.
A consolazione di tutti gli altri precisiamo che con un po’ di pratica e di pazienza si può fare un’ottima verniciatura a spruzzo anche con uno spruzzatore a stantuffo di quelli comunemente usati per liquidi insetticidi.
Per far ciò si deve ovviamente adoperare uno spruzzatore che possieda il serbatoio svitabile al fine di poter provvedere alla pulizia del serbatoio stesso tra una mano e l’altra o cambiando di colore.
Per prima cosa va stabilito, a mezzo di oppotune prove, quale sia la giusta densità da dare al colorante e quale sia la forza ed il ritmo che bisogna imprimere al pistone dello spruzzatore.
È quasi impossibile che un comune spruzzatore da insetticida riduca in pulviscolo la vernice senza che dal beccuccio fuoriescano delle gocce.
Queste comunque colano sul serbatoio dello spruzzatore o nella peggiore delle ipotesi, data la differenza di peso tra gocce e pulviscolo, non si allontanano molto dal punto di uscita. È appunto questa differenza di «gittata» che si dovrà sfruttare.
Vi è sempre un punto, sito ad una certa distanza dallo spruzzatore, nel quale perviene unicamente il pulviscolo di vernice. Si può fare la prova con un foglio di giornale per ricercare la distanza e la pressione adatta da imprimere allo stantuffo.
Questo è un sistema indubbiamente empirico e non privo di qualche inconveniente minore ma con il quale si possono effettivamente ottenere delle ottime verniciature.
Si può inoltre ripiegare sull’acquisto di bombolette di vernice spray.
Si tratta di piccole bombole a pressione molto comode ma tuttavia dal prezzo abbastanza sostenuto che consentono di ottenere buone verniciature con estrema semplicità e in un brevissimo lasso di tempo.
In taluni casi, specialmente nella costruzione di modelli da diporto o da gara, il costruttore gradisce abbellire lo scafo con decorazioni che potremmo definire «fuori serie» e che rappresentano l’espressione del suo gusto personale.
Sorge pertanto il problema di tracciare, poniamo, una lunga freccia sul fianco di un veloce motoscafo.
Il metodo più semplice e di più sicuro risultato è quello di comporre il disegno voluto sullo scafo stesso delimitandolo con del nastro di carta adesiva o materiale affine. Si lascia cioè scoperta soltanto la decorazione voluta potendo così colorare, anche a spruzzo, con la massima sicurezza.
Bisognerà applicare la carta adesiva soltanto dopo che la tinta di fondo sia perfettamente essiccata. È tuttavia possibile che l’asportazione della carta adesiva dopo l’asciugamento provochi lo stesso qualche danno alla vernice di fondo preesistente.
Si interviene in questo caso a sanare le imperfezioni con un ritocco effettuato con un pennellino minuto.
Molto in uso anche, sempre per modelli da competizione, l’applicazione di decalcomanie atte a «personalizzare» il modello. Di queste se ne trova in commercio un assortimento anche troppo vasto.
Siamo comunque ceni che, anche senza l’intervento di particolari decorazioni, un modello navale ben eseguito saprà sempre suscitare l’ammirazione sia del profano che del competente.